mercoledì 8 maggio 2013

"Who has your back?" come le grandi società gestiscono la privacy degli utenti

La Electronic Frontier Fundation (EFF), l'associazione che da tempo difende la privacy ed i diritti degli utenti di internet, dal 2011 ha iniziato a pubblicare annualmente la classifica di come le grandi società combattano per difendere la privacy dei propri utenti.

Il rapporto, dall'evocativo nome "Who has your back?", si è evoluto nel tempo aggiungendo nuovi parametri di anno in anno, nell'edizione 2013 i parametri presi in considerazione sono sei.

  1. L’azienda richiede che il governo fornisca valide motivazioni legali prima di consegnare i dati di un utente;
  2. L’azienda avverte l’utente quando consegna i suoi dati al governo che ne ha fatto richiesta;
  3. L’azienda pubblica un report annuale su quanti e quali dati siano stati consegnati ai governi durante l'anno;
  4. L’azienda fornisce informazioni chiare sulle proprie modalità di trattamento dei dati personali (incluse quelle relative alle situazioni in cui permette ai governi di accedere ai propri dati);
  5. L’azienda difende legalmente i propri utenti nel caso venga effettuata una richiesta di dati personali (una nota fa presente che la mancanza di questa stella non è da considerare un demerito riguardo aziende piccole e non in grado di affrontare le spese giudiziarie);
  6. L’azienda si batte in sede politica per otterenere leggi più giuste che garantiscano la privacy degli utenti.
Le due società che meglio si posizionano in questa classifica sono Twitter e Sonic.net che ottengono 6 stelle su 6. Bene anche Dropbox, Google e Linkedin con 5 stelle su 6, Facebook invece si posiziona nel mezzo con sole 3 stelle.

I pessimi risultati per Apple e Yahoo che con una sola stella sembrano essere poco interessati alla privacy dei propri utenti, ma i peggiori di tutti risultano essere Verizon e MySpace che non conquistano neppure una stella.

Con dati come questi è facile decidere a chi affidare i propri dati personali...

Il report completo è disponibile sul sito della Electronic Frontier Fundation.

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