Tra i vari problemi che l'uomo sta causando all'ambiente ci sono quelli più noti come l'inquinamento, la deforestazione e l'uso indiscriminato e non sostenibile delle risorse naturali. Uno dei problemi meno conosciuti, ma non per questo meno grave, è l'arrivo di nuove specie animali e vegetali in zone diverse da quelle di origine. Queste specie, trovandosi senza i predatori naturali, iniziano a moltiplicarsi senza controllo causando problemi alle specie autoctone.
I problemi che ne derivano non sono solo di tipo ambientale, ma anche sanitario. Basta pensare alla SARS o all'influenza aviaria ed altre malattie che periodicamente mettono in allerta i sistemi sanitari mondiali, o ad eventi del passato: con la conquista dell'America, buona parte dei nativi fu sterminata dall'arrivo di nuove malattie "sconosciute" dai sistemi immunitari delle popolazioni locali.
Il commercio internazionale è stato il mezzo attraverso il quale la zanzara tigre è arrivata in Europa; nascosta all'interno dei pneumatici è riuscita ad espandersi nel sud del continente, specialmente in Italia. Alla sua presenza sono associate una ventina di malattie tra cui la febbre gialla. In modo simile altre specie invasive sono riuscite ad arrivare lontano dal territorio di origine. Ne è un esempio la lumaca Arion Lusitanicus che partendo dalla Spagna, attraverso il commercio di prodotti ortofrutticoli, si è diffusa in tutta Europa o come i procioni importati originariamente come animali da compagnia.
"L'arrivo di specie invasive sta aumentando gli squilibri degli ecosistemi al punto che riuscire ad invertire questa tendenza è sempre più difficile", ha dichiarato Jacqueline McGlade, direttore dell'Agenzia europea per l'ambiente. In un recente studio, l'agenzia ha contato più di 10.000 specie invasive e stima che il 15% di queste hanno un impatto negativo sull'ambiente.
Il punteruolo rosso della palma, per esempio, ha cambiato il panorama della costa mediterranea attaccando ed uccidendo gli esemplari che colonizza. I visoni americani, originariamente importati per l'allevamento in aziende agricole, o le nutrie, importate ed allevate per la produzione di pellicce, vivono ora allo stato selvaggio in quanto spesso sono stati liberati dai gruppi ambientalisti. "Stanno superando in numero i loro cugini europei e hanno effetti devastanti sulle specie locali, in particolare contro gli uccelli che nidificano a terra", ha detto l'Agenzia europea per l'ambiente nella sua relazione.
L'unione Internazionale per la Conservazione della natura ha pubblicato la lista delle 100 specie più dannose per il mondo e nel suo "Libro Rosso" ha evidenziato come delle 395 specie segnalate in grave pericolo, 110 risultano essere minacciate da specie intruse. La lotta a queste specie, solo in Europa, costa circa 12 miliardi di euro all'anno, per questo l'UE sta valutando le possibili strategie per fronteggiare ed arginare questo problema nell'ambito della politica sulla biodiversità per il 2020.
Molti paesi, nonostante le poteste dei settori che sfruttano queste specie, stanno cercando di disciplinare e classificare le specie invasive. Per contrastare questo fenomeno non è sufficiente applicare le leggi, ma anche necessario comunicare alla popolazione quali sono i rischi derivanti dalla presenza di specie invasive e renderla partecipe alla gestione del problema. Un esempio può essere l'ambrosia, originaria del Nord America, che si sta diffondendo anche da noi poiché i semi di questa pianta sono presenti nei mangimi per uccelli.
Per gli esseri umani il rischio principale è la diffusione di malattie o la comparsa di nuove forme di allergia, mentre altri possono essere gli effetti indiretti: la grossa ed insaziabile lumaca spagnola, lenta ed inesorabile, divora tutti i campi coltivati che incontra e lo scoiattolo grigio americano, la star dei parchi londinesi, sta mettendo in grave rischio di estinzione lo scoiattolo rosso europeo.
"L'arrivo di specie invasive sta aumentando gli squilibri degli ecosistemi al punto che riuscire ad invertire questa tendenza è sempre più difficile", ha dichiarato Jacqueline McGlade, direttore dell'Agenzia europea per l'ambiente. In un recente studio, l'agenzia ha contato più di 10.000 specie invasive e stima che il 15% di queste hanno un impatto negativo sull'ambiente.
Il punteruolo rosso della palma, per esempio, ha cambiato il panorama della costa mediterranea attaccando ed uccidendo gli esemplari che colonizza. I visoni americani, originariamente importati per l'allevamento in aziende agricole, o le nutrie, importate ed allevate per la produzione di pellicce, vivono ora allo stato selvaggio in quanto spesso sono stati liberati dai gruppi ambientalisti. "Stanno superando in numero i loro cugini europei e hanno effetti devastanti sulle specie locali, in particolare contro gli uccelli che nidificano a terra", ha detto l'Agenzia europea per l'ambiente nella sua relazione.
L'unione Internazionale per la Conservazione della natura ha pubblicato la lista delle 100 specie più dannose per il mondo e nel suo "Libro Rosso" ha evidenziato come delle 395 specie segnalate in grave pericolo, 110 risultano essere minacciate da specie intruse. La lotta a queste specie, solo in Europa, costa circa 12 miliardi di euro all'anno, per questo l'UE sta valutando le possibili strategie per fronteggiare ed arginare questo problema nell'ambito della politica sulla biodiversità per il 2020.
Molti paesi, nonostante le poteste dei settori che sfruttano queste specie, stanno cercando di disciplinare e classificare le specie invasive. Per contrastare questo fenomeno non è sufficiente applicare le leggi, ma anche necessario comunicare alla popolazione quali sono i rischi derivanti dalla presenza di specie invasive e renderla partecipe alla gestione del problema. Un esempio può essere l'ambrosia, originaria del Nord America, che si sta diffondendo anche da noi poiché i semi di questa pianta sono presenti nei mangimi per uccelli.
Per gli esseri umani il rischio principale è la diffusione di malattie o la comparsa di nuove forme di allergia, mentre altri possono essere gli effetti indiretti: la grossa ed insaziabile lumaca spagnola, lenta ed inesorabile, divora tutti i campi coltivati che incontra e lo scoiattolo grigio americano, la star dei parchi londinesi, sta mettendo in grave rischio di estinzione lo scoiattolo rosso europeo.
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