Nonostante siano ancora molti i temi su cui l'Europa è divisa (si veda ad esempio il Cielo Unico Europeo), in altri campi sembra che la volontà politica di creare veramente l'Europa Unita superi gli interessi commerciali delle lobby.
Uno di questi esempi positivi sono i continui progressi nell'integrazione nel campo delle telecomunicazioni, in particolare i cellulari ed il loro uso in un paese europeo diverso dal proprio.
Con l'arrivo della tecnologia GSM, che ha velocemente soppiantato la telefonia mobile TACS, è stato finalmente possibile utilizzare il proprio terminale all'estero. All'inizio però si trattava di un "lusso" per i soli clienti con linee in abbonamento, mentre le linee ricaricabili erano escluse. Il lusso di poter chiamare e ricevere telefonate sul proprio numero anche trovandosi all'estero era rimarcato dalle altissime tariffe applicate dai gestori per questo tipo di servizio.
Con la diffusione dei cellulari sono state abilitate alle chiamate in roaming anche le linee ricaricabili, ma la situazione tariffaria è rimasta a lungo incontrollata. Fortunatamente, grazie soprattutto a Viviane Redding, dal 2007 è in vigore "l'Eurotariffa": un piano pluriennale con lo scopo di ridurre gradualmente le tariffe applicate ai cittadini europei che si trovassero al di fuori del territorio di copertura del proprio gestore.
È proprio grazie a questa Eurotariffa che ora è possibile chiamare, ricevere e mandare sms dall'Europa senza venire salassati (il traffico dati in roaming invece rimane ancora parzialmente non controllato).
Negli ultimi tempi però si stanno susseguendo varie notizie provenitenti da Bruxelles che sembrano andare ben oltre oltre e fanno sperare che tra non troppo tempo ci si possa veramente muovere per l'Europa in tutta libertà.
Ma vediamo in dettaglio cosa dice la proposta e come si sta comportando la Commissione Europea per convincere gli operatori di telefonia che questa sia l'opzione migliore anche per loro.
La proposta è semplice: eliminare totalmente i costi di roaming e poter
utilizzare la propria tariffa nazionale su tutto il territorio europeo.
Come l'hanno presa i vari gestori? Ovviamente male!
Per bloccare sul nascere qualunque tipo di proposta la Commissione Europea ha messo in atto uno modello di legge definito da loro stessi del "bastone e la carota".
La carota consiste nella promessa di non imporre una regolamentazione maggiormente restrittiva se, a partire da Giugno 2014, gli operatori inizieranno a sottoscrivere accordi che permettano agli utenti di mantenere la propria tariffa nazionale viaggiando in tutto il territorio dell'UE. Il vincolo è che questi accordi, entro il 2014, dovranno coprire almeno 17 stati membri ed il 70% della popolazione per sparire completamente entro il 2016.
Il bastone è rappresentato dalla minaccia di liberare gli utenti dal vincolo di rimanere con il proprio operatore nazionale quando si trovano all'estero. In questo modo gli operatori potranno mantenere i costi aggiuntivi, però, ad esempio, un cittadino italiano che va in vacanza in Spagna potrà svincolarsi dal proprio operatore e pagare direttamente un operatore Spagnolo per utilizzare la tariffa locale più conveniente senza dover comprare una nuova SIM e senza dover cambiare numero di telefono. La Commissione Europea pensa che gli operatori telefonici preferiranno accettare la proposta di abolizione dei costi di roaming piuttosto che perdere totalmente qualunque ingresso per tutto il periodo in cui il proprio cliente si troverà all'estero.
Questa seconda possiblità in alcuni casi potrebbe quasi rivelarsi sconveniente più per gli utenti che per le compagnie. Uno di questi è il caso delle tariffe flat e dei soggiorni brevi all'estero. Il cliente avrebbe già comunque pagato il canone mensile al proprio operatore (che quindi non avrebbe nessuno svantaggio in termini di introiti), ma si troverebbe a dover pagare nuovamente l'operatore straniero.
Altro svantaggio di questa scelta per l'utente è il fatto di dover partire conoscendo già le offerte del paese di destinazione, leggendo siti web magari scritti in una lingua non conosciuta, per sapere quale tariffa e quale operatore scegliere.
La proposta di legge però non si ferma alla telefonia mobile, ma punta a riformare anche altri ambiti delle telecomunicazioni. Ad esempio sparirà il concetto di chiamate internazionali a telefoni fissi europei. Chiamare Parigi da Milano non dovrà costare di più rispetto a chiamare da Roma a Milano (ma non si sa se queste chiamate saranno considerate incluse nelle tariffe flat o altre opzioni speciali) ed anche le chiamate verso i cellulari verranno calmierate. Chiamare un telefono cellulare estero non potrà costare più di 19 centesimi (mentre ora, secondo i dati forniti dalla Commissione Europea, i prezzi vanno dagli 0,35 a 1,19 euro).
Altro ambito che verrà toccato da questa legge sarà la cosiddetta "neutralità della rete". Da Bruxelles fanno notare che molti operatori (soprattutto in alcuni paesi tra cui l'Italia) bloccano l'accesso o rallentano la velocità nel caso venga rilevato l'uso di programmi VoIP (esempio Skype) o Whatsapp, applicazioni che incidono direttamente nel fatturato delle aziende. I dati riportano che il 21% delle connessioni fisse ed il 36% di quelle mobili sono sottoposte a questo tipo di limitazioni. La Commissione Europea vuole vietarlo, ma permetterà agli operatori di richiedere pagamenti extra per servizi addizionali (video on demand, video hd, maggiore banda a disposizione...).
La larghezza di banda a disposizione non potrà essere una ragione per limitare l'accesso a certe applicazioni e gli utenti dovranno avere la possibilità di misurare la velocità reale di navigazione e, nel caso non sia conforme a quella contrattata, di cambiare gestore senza nessun costo.
Il bastone è rappresentato dalla minaccia di liberare gli utenti dal vincolo di rimanere con il proprio operatore nazionale quando si trovano all'estero. In questo modo gli operatori potranno mantenere i costi aggiuntivi, però, ad esempio, un cittadino italiano che va in vacanza in Spagna potrà svincolarsi dal proprio operatore e pagare direttamente un operatore Spagnolo per utilizzare la tariffa locale più conveniente senza dover comprare una nuova SIM e senza dover cambiare numero di telefono. La Commissione Europea pensa che gli operatori telefonici preferiranno accettare la proposta di abolizione dei costi di roaming piuttosto che perdere totalmente qualunque ingresso per tutto il periodo in cui il proprio cliente si troverà all'estero.
Questa seconda possiblità in alcuni casi potrebbe quasi rivelarsi sconveniente più per gli utenti che per le compagnie. Uno di questi è il caso delle tariffe flat e dei soggiorni brevi all'estero. Il cliente avrebbe già comunque pagato il canone mensile al proprio operatore (che quindi non avrebbe nessuno svantaggio in termini di introiti), ma si troverebbe a dover pagare nuovamente l'operatore straniero.
Altro svantaggio di questa scelta per l'utente è il fatto di dover partire conoscendo già le offerte del paese di destinazione, leggendo siti web magari scritti in una lingua non conosciuta, per sapere quale tariffa e quale operatore scegliere.
La proposta di legge però non si ferma alla telefonia mobile, ma punta a riformare anche altri ambiti delle telecomunicazioni. Ad esempio sparirà il concetto di chiamate internazionali a telefoni fissi europei. Chiamare Parigi da Milano non dovrà costare di più rispetto a chiamare da Roma a Milano (ma non si sa se queste chiamate saranno considerate incluse nelle tariffe flat o altre opzioni speciali) ed anche le chiamate verso i cellulari verranno calmierate. Chiamare un telefono cellulare estero non potrà costare più di 19 centesimi (mentre ora, secondo i dati forniti dalla Commissione Europea, i prezzi vanno dagli 0,35 a 1,19 euro).
Altro ambito che verrà toccato da questa legge sarà la cosiddetta "neutralità della rete". Da Bruxelles fanno notare che molti operatori (soprattutto in alcuni paesi tra cui l'Italia) bloccano l'accesso o rallentano la velocità nel caso venga rilevato l'uso di programmi VoIP (esempio Skype) o Whatsapp, applicazioni che incidono direttamente nel fatturato delle aziende. I dati riportano che il 21% delle connessioni fisse ed il 36% di quelle mobili sono sottoposte a questo tipo di limitazioni. La Commissione Europea vuole vietarlo, ma permetterà agli operatori di richiedere pagamenti extra per servizi addizionali (video on demand, video hd, maggiore banda a disposizione...).
La larghezza di banda a disposizione non potrà essere una ragione per limitare l'accesso a certe applicazioni e gli utenti dovranno avere la possibilità di misurare la velocità reale di navigazione e, nel caso non sia conforme a quella contrattata, di cambiare gestore senza nessun costo.
Il testo purtroppo non è ancora definitivo, ma speriamo che né la Commissione né i membri del Parlamento Europeo si lascino intimorire e che proseguano quindi su questa strada di ammodernamento del sistema delle telecomunicazioni con l'abolizione di questi costi legati al passato che con le moderne tecnologie non hanno più senso di esistere.
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