È stata una notizia che nel nostro paese è passata sotto silenzio, ma l'8 Marzo scorso avrebbe potuto diventare il giorno della fine del porno sul web in Europa!
Una legge al vaglio del parlamento europeo avrebbe potuto cambiare il volto di internet e l'evoluzione delle tecnologie correlate, perché fin dai tempi delle videocassette, il mondo del porno ha sempre contribuito alla vittoria o al fallimento di standard come fu per il VHS contro le migliori Betamax.
Una legge al vaglio del parlamento europeo avrebbe potuto cambiare il volto di internet e l'evoluzione delle tecnologie correlate, perché fin dai tempi delle videocassette, il mondo del porno ha sempre contribuito alla vittoria o al fallimento di standard come fu per il VHS contro le migliori Betamax.
Storia a parte, l'8 Marzo 2013 la parlamentare europea Kartika Tamara Liotard, relatrice della commissione per la parità dei sessi e dei diritti delle donne, ha presentato una bozza di risoluzione non vincolante contro tutti gli stereotipi a sfondo sessuale. Questa risoluzione avrebbe previsto il bando di "tutte le forme di pornografia nei media e nella pubblicità di turismo sessuale". Le singole autorità dei paesi membri dell'Unione Europea avrebbero dovuto poi invitare tutti i provider a supervisionare e bloccare la proliferazione di materiale pornografico sulle proprie reti. Il possibile coinvolgimento di social network e portali dedicati alla condivisione dei contenuti, ha subito generato paragoni con altri disegni di legge adottati negli USA.
L'eccessiva vaghezza della risoluzione propostata ha scatenato le ire degli internauti d'Europa che hanno riempito il Parlamento Europeo di email di protesta. In pochissimo tempo sono state più di 600 mila le mail ricevute dalla casella di posta elettronica dell'Euro-Parlamento tant'è che,
come denunciato dall'Euro-Parlamentare del Partito Pirata Christian Engström, i sistemisti IT hanno deciso di bloccarle con dei filtri anti-spam.
La legge è stata votata ed approvata il 12 Marzo 2013 con 368 voti favorevoli e 159 contrari con una sorpresa: il Parlamento Europeo ha sì approvato il testo della risoluzione, ma il temuto bando di tutte le forme di pornografia sui media è stato bocciato dagli stessi parlamentari.
Al termine delle votazioni, la relatrice olandese ha dichiarato che la sua intenzione era quella di vietare la pornografia solo nelle pubblicità: "C'è stato un problema di comunicazione dovuto al fatto che è stata utilizzata la parola 'media', l'intenzione iniziale era rivolta a chi realizza pubblicità, non ai mezzi di informazione".
Proprio in Europa ci sono anche strane eccezioni e fantasie particolari: troviamo i finlandesi che nelle loro ricerche prediligono una sessualità avanti con gli anni cercando termini come mature e granny, nonne insomma. In Romania invece compare al primo posto una ricerca che non compare altrove: la categoria madre e figlio, mentre al quarto posto troviamo la ricerca di slave, ovvero schiavi. In Ucraina invece tutti i termini di ricerca che occupano i primi posti riguardano il sesso omosessuale.
Venendo all'Italia, le ricerche riguardano soprattutto un personaggio venuto alla ribalta da poco nell'ambito del porno: Sara Tommasi ed il suo squallido film hanno "incuriosito" i cittadini nostrani.
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