Nel
2010 i governi di tutto il mondo proclamarono il Decennio della
Sicurezza Stradale (2010-2020). L'obiettivo è quello di stabilizzare
prima ed in seguito ridurre la tendenza all'aumento delle morti sulla
strada.
Dal 2010, ogni
anno, l'OMS pubblica un report informativo con i dati riguardanti le
statistiche e la situazione legislativa paese per paese.
Nel Report 2013 viene comunicato che "Il
numero di morti dovuto ad incidenti stradali non è aumentato negli
ultimi 3 anni, ma 1,24 milioni continua ad essere una cifra
inaccettabilmente elevata".
Vediamo quindi cosa viene riportato del resoconto 2013 pubblicato pochi giorni fa e che fa riferimento ai dati dell'anno 2010.
L'italia
si
posiziona diciottesima tra le nazioni comparabili in quanto presenza di
automobili e livello di rischio registrando 7,2 morti ogni 100.000
abitanti. Non è un buon posizionamento vedendo che la maggior parte
degli stati europei si trovano più in alto in classifica. Degli stati
dell'Europa Occidentale solo Belgio, Portogallo e Grecia si classifiano
peggio dell'Italia.
A
favore del nostro paese c'è però da dire che è una delle 28 nazioni (su
182 che partecipano all'iniziativa) che posseggono una legislazione
adeguata in grado di ridurre concretamente gli incidenti controllando e
penalizzando i fattori di rischio: eccesso di velocità, guida in stato
di ebrezza, mancato uso del casco, uso delle cinture di sicurezza,
sistemi di sicurezza per i bambini ed uso del cellulare alla guida.
L'Italia
è comunque riuscita a migliorare rispetto ai dati pubblicati nel primo
resoconto del 2009 (dove figuravano i dati relativi al 2006) e che
riportava 9,6 morti sulla strada ogni 100.000 abitanti. Sono 88, tra cui
l'Italia, gli stati che son riusciti a diminuire il numero di morti,
nel nostro paese siamo passati dai 5669 del 2006 ai 4237 del 2010, meno
sì, ma comunque troppi.
Particolare
attenzione viene data agli utenti "non motorizzati" ovvero ciclisti e
pedoni, infatti il 7% dei morti sono ciclisti (11,6% nel 2006) e più del
doppio, il 15,7% sono pedoni (13,4% nel 2006).
L'Italia
rientra anche nelle nazioni che limita la velocità nei centri abitati a
50Km/h o meno, l'OMS incoraggia però la riduzione del limite a 30Km/h
nelle aree con maggiore presenza di pedoni e ciclisti in modo da ridurre
gli incidenti e le morti tra queste categorie.
L'uso
del cellulare alla guida è un altro fattore di rischio, in Italia sono
previste sanzioni molto severe per chi usa il cellulare senza vivavoce
in macchina, purtroppo però si tratta di una norma difficile da far
rispettare e troppo spesso incontriamo persone alla guida mentre parlano
con il cellulare all'orecchio ignorando i pericoli del loro
atteggiamento.
Il
report si conclude con alcune informazioni sull'assistenza
post-incidente. Vengono riportati dati circa l'esistenza di assistenza
preospedaliera, numeri di emergenza nazionali o registri di persone
ferite, con invalità permanenti e morte. Anche questi sono dati molto
importanti se guardiamo all'obiettivo che si vuole raggiungere: la
diminuzione dei morti a seguito di incidenti stradali entro il 2020.
Di
seguito l'elenco delle prime nazioni classificate (tra quelle con
caratteristiche simili all'Italia) ed il numero di morti registrate ogni
100.000 abitanti.
- Iceland - 2.8
- Sweden - 3
- United Kingdom - 3.7
- Netherlands - 3.9
- Norway - 4.3
- Switzerland - 4.3
- Denmark - 4.7
- Germany - 4.7
- Ireland - 4.7
- Finland - 5.1
- Japan - 5.2
- Spain - 5.4
- Australia - 6.1
- Luxembourg - 6.3
- France - 6.4
- Austria -6.6
- Canada - 6.8
- Italy - 7.2
E per finire i peggiori della cassifica.
- Guinea-Bissau - 31.2
- Iraq - 31.5
- South Africa - 31.9
- Nigeria - 33.7
- Iran - 34.1
- Venezuela - 37.2
- Thailand - 38.1
- Dominican Republic - 41.7
- Niue - 68.3
- Zimbabwe - 146
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