Con l'acronimo DRM (Digital Right Management) ci si riferisce ad un'insieme di norme e tecnologie il cui scopo dovrebbe essere quello di impedire la pirateria e la copia non autorizzata di film, musica e libri. Sempre più spesso però tutte queste limitazioni sembrano danneggiare solo chi acquista legalmente il materiale mentre i pirati continuano tranquillamente a condividere e scambiare sul P2P.
L'ultima e forse più eclatante riprova di ciò che stiamo dicendo è avvenuta due giorni fa, il 13 dicembre, il giorno della prima italiana del film "Lo hobbit".
L'uscita di questo film era molto attesa perché è il primo ad essere disponibile in tre versoni: 2D, 3D standard e 3D hfr (high frame rate) una nuova tecnologia in grado di riprodurre 48 frame al secondo invece dei tradizionali 24 e che garantisce maggiore fluidità e minore sfarfallamenti dell'immagine.
C'è da sapere che grazie alle nuove tecnologie i film non vengono più distribuiti con bobine e pellicole, ma con comodi hard disk o trasmessi via satellite. Per evitare copie non autorizzate però i film sono cifrati e le chiavi distribuite il più tardi possibile. Questa volta però le chiavi per permettere la proiezione del film in hfr non sono arrivate in tempo causando le proteste del pubblico - pagante - nelle sale.
Malcontento anche da parte del gestori delle sale che si son trovati a dover restituire i soldi ai clienti o di offrir loro biglietti gratuiti per i giorni successivi.
Solo la metà delle sale italiane che supportano questa tecnologia (21 in Italia, solo un migliaio nel mondo) sono state in grado di proiettare il film, le altre, tra cui l'Arcadia di Melzo, non hanno potuto fare altro che scusarsi con gli spettatori.
Come si vede, ancora una volta, queste tecnologie di protezione dalle copie illegali, più che fermare la pirateria rendono la vita impossibile a chi rispetta le leggi, paga ed in seguito si ritrova con enormi limitazioni nell'usufruire dei propri acquisti: musica che si può ascoltare solo con determinati lettori, ebook che si possono leggere solo sul dispositivo con cui sono stati acquistati e...cinema che non sono in grado di proiettare i film.
Queste tecnologie anticopia sempre più costose e sofisticate si dimostrano di volta in volta facilissime da scardinare e chi scarica illlegalmente può usufruire in totale libertà di film e musica senza pagare un centesimo.
Quando lo apriranno gli occhi anche le case produttrici?
Nessun commento:
Posta un commento