Ogni anno dal 1995 un'organizzazione chiamata Transparency International, attraverso sondaggi e valutazione di esperti, elabora il corruption index ovvero un indicatore della percezione della corruzione in ogni paese.
Il corruption index viene espresso con un valore che va da 100 (corruzione assente) a 0 (massimo livello di corruzione). La maggior parte dei paesi del mondo si trova intorno al 50 il che è un indicatore del fatto che la corruzione è abbastanda diffusa e sentita globalmente.
Ma vediamo un po'di dati. I paesi più virtuosi del 2012 sono Nuova Zelanda, Danimarca e Finlandia, tutti e tre con un corruption index di 90 seguiti da Svezia, Singapore e Svizzera.
Un dato che salta immediatamente all'occhio è come tutti i punteggi siano diminuiti rispetto all'anno precedente. Nel 2011 infatti i primi tre classificati riportavano rispettivamente 95, 94 e 94 punti ed erano ben 6 i paesi oltre i 90 punti.
Al lato opposto della classifica troviamo Afghanistan, Corea del Nord e Somalia con solo 8 punti a testa. Anche in questo caso i punteggi sono inferiori rispetto all'anno precedente in quanto risultavano rispettivamente 15, 10 e 10 punti.
Veniamo all'Italia che in questo anno totalizza 42 punti piazzandosi al 72esimo posto guadagnando 3 punti rispetto al 2011, ma perdendo 3 posizioni nella classifica. Piccole variazioni di classifica che ci permettono di ricordare solo lontanamente la nostra onorevole 40a posizione del 2005 (con 50 punti) già ben distante dalla 29a posizione che occupavamo nel 2001 (con 55 punti).
Invertire questa tendenza è nelle mani di tutti noi, la maggior parte dei paesi europei ci supera in questa classifica e non vorrei trovare l'Italia a doversi confrontare con Montenegro e Serbia per l'80a posizione o Grecia e Moldavia per la 90a.
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