giovedì 31 gennaio 2013

Whatsapp, perché pagare conviene a tutti




Questa volta è per davvero, dopo anni di estensioni del periodo di prova gratuita, arriva il momento di mettere mano al portafoglio e pagare per poter utilizzare Whatsapp.

Si sapeva da tempo che sarebbe arrivato questo momento, nelle condizioni d'uso del servizio è scritto chiaramente "un anno gratis e dal successivo 1,99 dollari l'anno" (in seguito abbassato a 0,99 dollari l'anno), ma le continue estensioni hanno fatto credere a molti di avere a che fare con un servizio gratuito.

Alcuni utenti hanno iniziato a protestare, ma questa volta pagare conviene a tutti, vediamo perché.


Whatsapp è stato il primo sistema di messaggistica multipiattaforma per cellulari, oltre questa innovazione ha portato molte altre idee a cui si sono dovuti adattare i concorrenti. Tra tutte è stata eliminata la necessità di effettuare login per poter inviare e ricevere messaggi e l'identificazione degli utenti tramite numero di telefono.

Grazie a queste caratteristiche è diventato molto velocemente l'alternativa avanzata agli SMS riuscendo così a liberare gli utenti dal monopolio dei messaggi pagati a peso d'oro degli operatori di telefonia mobile.

Dopo anni (per chi ha iniziato ad usare Whatsapp dal suo debutto) o almeno un anno di uso gratuito, chi protesta probabilmente si è dimenticato dei tempi in cui si pagavano dai 10 ai 15 centesimi per ogni singolo SMS di soli 160 caratteri. Gli 80 centesimi richiesti da Whatsapp equivalgono all'invio di meno di 10 dei vecchi SMS e nemmeno una foto inviata tramite MMS.

La cosa più assurda di chi protesta è che lo sta facendo con in mano uno smartphone da almeno 100 Euro, ma più probabilmente da oltre 200 Euro, magari con l'intenzione di cambiarlo nel prossimo anno.

Come è subito chiaro la protesta a fronte della richiesta di 80 centesimi per l'uso di un servizio comodo, utile ed economico è decisamente fuori luogo.

Molti si appellano al fatto che non pagare è una questione di principio (e chissà come mai non lo è stata pagare per avere l'ultimo modello di smartphone) e di boicottare Whatsapp migrando verso un altro servizio, ma senza pensare alla situazione che può venirsi a creare.
Il vero punto di forza di Whatsapp è infatti l'universalità, quasi chiunque infatti ce l'ha installato sul proprio smartphone ed aggiungendo un contatto alla propria rubrica si è quasi sicuri di trovarlo su Whatsapp e di poter comunicare gratuitamente con questa persona.

Dall'altra parte non c'è un'alternativa, ma tante alternative: Viber, Skype, Google Talk, Facebook Messenger, Line sono solo alcune delle alternative, già troppe, delle 16 che ho trovato in pochi minuti di ricerca.

Il risultato sarebbe che ogni persona o gruppo si muoverebbe verso una diversa piattaforma perché ognuno ha la sua alternativa preferita, rendendo così impossibile comunicare con chiunque con una singola applicazione. Si finirebbe per non poter più comunicare con tutti o di dover installare quattro o cinque di queste applicazioni, soluzione che porterebbe con sé molti svantaggi:
  • Maggiore occupazione di memoria sul proprio dispositivo;
  • Maggior consumo della batteria;
  • Maggior consumo del traffico dati;
  • Necessità di doversi ricordare quale piattaforma usare per comunicare con ognuno dei nostri contatti.
Al di fuori della comodità di poter comunicare con tutti con una sola applicazione Whatsapp garantisce anche vantaggi in termini di trattamento riservato ai propri utenti. Grazie al pagamento di questa cifra simbolica Whatsapp non visualizza noiosi messaggi pubblicitari all'interno dell'applicazione e non vende i nostri dati a società terze come invece fanno altre aziende per potersi mantenere.

Uno dei proverbi nato con Internet dice: "Se non stai pagando per usare un servizio significa che il prodotto sei tu", manteniamo un po'di dignità e non vendiamoci per soli 80 centesimi all'anno.

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